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Il giorno seguente alla resa della piazza, corse sollecito al supremo Generale per ot¬
tenere la permissione di cola entro portarsi. Ottenutala non lo trattenne ne la debolezza
delle sue forze, nè il dolore, che tuttavia sentiva delle sue ferite. Fra le flamme, i
cadaveri, e la calca di coloro, che tultaltro cercavano, si mise in traccia di questi libri.

Di primo slancio si gitté dentro ad una Moschea, che al tempo, che quella piazza fu in
poter dei Cristiani, era Tempio sacra Dio, e Metropolitana di quella Citta, ed era fortu¬
natamente restate illesa dalle fiamme. Sintrodusse in due piccole camere, che trovo
allintorno guarnite di libri, in mezzo a’ quali era stato poc’ anzi decapitato dai Soldati
Cristiani il supremo Ministro. Ne sece quello spoglio maggiore, che poté accomodarsi
con la difficolta del trasporto in quella confusione di cose.

Indi si trasferi ad altra Moschea, la quale gli somministro non minor preda. Passo
agli alloggiamenti degli Ebrei attualmente alle amni dei soldati, e che trasportando le
ricchezze, che vi trovavano, ben volentieri cedevano al Marsigli i libri, spoglia per loro
inutile, e che non conoscevano.

Erano questi molti bensi, e diversi libri, che rinveniva qua, e la spersi il Conte Luigi, ma
non erano l'intera biblioteca, della quale andava in traccia. Si volse perciö al Castello,
dove era il Palazzo, era fu gid del re d’Ungheria, e si lusingd divi trovarla. Il luago
era stato diroccato dal canone, e dalle bombe. Fra quelle ruine penetiö solto certi volti
di pietra, che allora servivano ad uso di magazzeno di zappe, badili, mannaje, ed
altri attrezzi di guerra. Osservo fra quegli arnesi alcune casse, che aperte avevano
delusa lavidita dei soldati, e vide alquanti volumi qua, e la gittati in contrassegno
della lor rabbia.

Fu la sua allegrezza corrispondente allidea, che avea formate di quella biblioteca. La
credette una spoglia di diritto del Principe, e spedi avviso al Conte Rabatta Generale
Commissario dellEsercito, acciocche inviasse uno dei suoi a porle in sicuro. Fratando
il Marsigli si approffitto d'alcuni manoscriti come gli vennero alle mani, consegnano il
rimanente al ministro.

Ma questa si famosa raccolta non esisteva pill che nella fama, e nella relazione degli
Autori, e giunte le casse di quei libri a Vienna, non vi si trovö che un imperfelto avanzo
delle varie vicende, che quella biblioteca avea sofferte.

In questa occasione il Marsigli stese una dissertazione sopra le reliquie della famosa
Libreria Corvina ed vivi prende occasione di parlare di tutti gli avanzi di Librerie
antiche, le quali puö verisimilmente credersi, che rimangato nellImperio Ottomano,
e pensö ancora di darla alle stampe, ma tuttora resta inedita fra’ suoi manoscritti
Capsula 3. segnata 85 E.

La suppellettile ammasseta allora di manoscritti, fu poi di molto accresciute in altre
simili congiunture. Moltissimi ne acquistö col denaro; non pochi per la liberalit& degli
amici; altri gli furono offerti in omaggio al suo merito. Tutti poi passarono a formare
uno dei maggiori pregi della biblioteca dellInstituto.

Tutto cid, che qui sopra si é detto, rilevasi dalle memorie, e dalla lettera a modo di
Prefazione, che il Conte Luigi scrisse a Monsignor Passionel, e che dovea poi passare
alle mani dell’ Abbate Assemani per tradurla in latino da stamparsi alla testa dell’Indice
delibri Esotici, che sono nellInstituto. Come altresi da altre lettere precedenti rilevasi,

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